Al maestro del coro. Poema dei figli di kore. O DIO, abbiamo udito con le nostre orecchie i nostri padri ci hanno raccontato a l’opera che tu hai compiuta ai loro giorni, nei tempi antichi.

Infatti non fu con la loro spada che conquistarono il paese, né fu il loro braccio che li salvò, ma fu la tua destra, il tuo braccio e la luce del tuo volto, perché li gradivi.

Per mezzo di te abbatteremo i nostri nemici; nel tuo nome calpesteremo coloro che si levano contro di noi.

Ma sei tu che ci salvi dai nostri nemici e che copri di vergogna coloro che ci odiano.

Ma tu ci hai scacciati e ci hai coperti di vergogna, e non esci piú coi nostri eserciti

Tu ci hai dati via come pecore da macello, e ci hai dispersi fra le nazioni.

Tu ci hai resi la vergogna dei nostri vicini, la beffa e lo scherno di chi ci sta intorno.

La mia infamia mi sta sempre davanti, e la mia faccia è coperta di vergogna,

Tutto questo ci è venuto addosso, ma noi non ti abbiamo dimenticato e non abbiamo tradito il tuo patto.

ma tu ci hai frantumati, cacciandoci in luoghi di sciacalli e ci hai coperto dell’ombra di morte.

non l’avrebbe DIO scoperto? Egli infatti conosce i segreti del cuore.

Risvegliati! Perché dormi, o Signore? Destati, non respingerci per sempre.

Poiché le nostre anime sono state abbassate fino nella polvere, e il nostro corpo è incollato a terra.